Non c’è ricorso che tenga: Scania dovrà pagare 880 milioni di Euro per aver creato un “trust” assieme ad altre società concorrenti.
E pensare che la casa svedese aveva lanciato, qualche giorno fa, la sua nuova linea di mezzi pesanti destinata a conquistare una grossa fetta del mercato dei trasporti pesanti e adesso dovrà pagare una multa salatissima di 880 milioni di Euro per aver creato un trust con altre società che, in teoria, dovrebbero essere sue concorrenti. Le società coinvolte sono Daimler, DAF, Iveco e Volvo Trucks. A denunciare, o meglio ad accettare di confessare per prima è stata MAN i cui rappresentanti, piegati dagli inquirenti hanno confessato il non molto tacito accordo che consisteva nel tenere alti i prezzi dei nuovi camion. Non solo: i prezzi dovevano essere il più possibile simili fra loro allo scopo di convincere (forzatamente) i clienti ad acquistare dei mezzi pesanti dai prezzi gonfiati e ingiustificati.
La vicenda è ancora lontana dalla sua risoluzione. Il tribunale di Bruxelles ha pronunciato la sua decisione ma ancora molto da fare c’è, visto che i legali delle case coinvolte cercheranno (come stanno già facendo) di alleviare la pena. Certo è che una multa da 880 milioni di Euro pesa anche sulle casse di una grande compagnia come Scania che di problemi finanziari non sembra averne.
Il trust in questione durava da ben 14 lunghi anni, anni in cui tutte le società coinvolte hanno beneficiato di un accordo fraudolento anche e soprattutto poiché, insieme, erano in grado di coprire i 9/10 del mercato europeo, lasciando solo le briciole agli altri produttori. Tutto questo, si spera, cambierà nei prossimi mesi e nei prossimi anni. Ma a fare più male e a fare indispettire ancor più gli agenti dell’antitrust europea sono stati gli accordi presi anche contro il bene dell’ambiente. Scania e le altre società infatti, non facendosi concorrenza, hanno potuto limitarsi a investire il minimo in fatto di limitazione dei consumi e di rispetto per l’ambiente. Hanno potuto cioè infischiarsene di creare o implementare nuove tecnologie (l’elettrico su tutte) che permettessero di ridurre l’impatto dei loro veicoli sull’ambiente.
In quest’ottica Scania sta già mettendo le mani avanti. La notizia è di ieri ma sta già facendo il giro del mondo: la casa svedese vuole introdurre ilo gas liquefatto come combustibile principale per i suoi automezzi. Ciò significa che la tecnologia e le idee c’erano, mancava soltanto la fraudolenta volontà di mettere in pratica quanto sarebbe sacrosanto per il rispetto e la salute di tutti invece di inseguire il mero profitto. 880 milioni di Euro non mjetteranno nei guai Scania e le altre, ma di certo qualche guaio in più lo meriterebbero, anche perché il danno di immagine non basterà a danneggiare delle società che coprono i tre quarti del mercato dei mezzi pesanti, dei veicioli industriali e dei veicoli commerciali. Comunque vada i clienti dovranno tapparsi il naso e comprare ancora Scania, DAF, MAN, Daimler, Volvo Trucks e Iveco.
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